Muore tre giorni prima di compiere 106 anni

E' mancato, giovedì scorso (22 marzo), pochi giorni prima di compiere 106 anni: Guido Faissola, di Castel Vittorio, piccolo centro dell'alta Val Nervia, nell'entroterra di Ventimiglia.

Muore tre giorni prima di compiere 106 anni
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E' mancato, giovedì scorso (22 marzo), tre giorni prima di compiere 106 anni: Guido Faissola, di Castel Vittorio, piccolo centro dell'alta Val Nervia, nell'entroterra di Ventimiglia.

"Eravamo pronti a festeggiarlo - commenta il sindaco del paese, Gianstefano Oddera - ma si è spento prima. Era una memoria storica per il nostro piccolo centro. Partecipava sempre alle varie inizitive che organizzavamo e lo porteremo sempre nel cuore".

Guido ha combattuto la seconda guerra mondiale. E' stato in Africa e in Bosnia, dove ha perso le falangi dei piedi, a causa di un congelamento, ed è stato dichiarato mutilato di guerra, entrando successivamente a far parte dell'omonima associazione. Chi è nato, infatti, all'inizio del secolo scorso, pur essendo riuscito a scampare la Grande Guerra, non ha potuto fare a meno di combattere in quella successiva.

"Rientrato a Castel Vittorio, che è il suo paese natale, si è sposato con mia madre (Marina Orengo, mancata il 9 aprile del 2014, ndr) con la quale ha festeggiato i sessant'anni di matrimonio nel 2005. Sul fronte, Guido si occupava della sussistenza all'esercito, un compito che lo vedeva impegnato nelle retrovie, ma nel contempo fondamentale. Finita la guerra, era il momento di trovare un'occupazione. I primi anni erano duri, si dovevano ancora contare i danni, l'economia era ferma e ci si arrangiava alla meglio.

"Mio padre è entrato in Comune - prosegue la figlia - dove per anni ha lavorato prima come messo, quindi come impiegato tuttofare". Nelle piccole realtà amministrative, come Castel Vittorio - Comune di neppure trecento abitanti - non esistevano ruoli ben definiti all'interno dell'amministrazione, ma il responsabile dell'ufficio, spesso, era quello che rispondeva al centralino; che effettuava i sopralluoghi; ma che doveva pure smistare la posta e via dicendo. E oggi, se andiamo a veder bene, poco è cambiato.

"E' stato anche conciliatore di paese. Ricordo che quando litigavano, spesso le due parti in causa veniva in casa nostra e lui cercava sempre di trovare un accordo bonario".

Parliamo degli anni 50 e '60 del secolo scorso, quando la Giustizia non aveva ancora i contorni così definiti come oggi. Spesso, infatti, si cercava di risolvere i piccoli contenziosi in caserma (nella Stazione dei Carabinieri) oppure con un mediatore che facesse ragionare le parti. Era anche l'epoca in cui si vendeva un terreno con una stretta di mano e le conseguenze si vedono oggi, con contenziosi che riguardano appunto la compravendita di terreni senza contratto.

"Ha sempre amato leggere ed ha una grande cultura, malgrado il suo livello di istruzione non sia alto". Ma all'epoca, studiare era costoso e finita la guerra era necessario rimboccarsi le maniche e lavorare per vivere. "Fino a quindici giorni fa, stava ancora bene: era lucido, pulito. Anzi ha sempre cercato di non far stancare le sue badanti". Oggi, alle 15, a Castel Vittorio saranno celebrati i funerali.

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