Condannato "furbetto del cartellino" di Diano Marina/ Assolto ex assessore

Il tribunale di Imperia ha condannato a 7 mesi di reclusione un dipendente del Comune di Diano Marina, Riccado Pizzorno, accusato di assenteismo nell'orario di lavoro. pochi i casi contestati che riguardano uscite durante l'orario di lavoro per andare a trovare la madre, fare la spesa o altre commissioni.

Condannato "furbetto del cartellino" di Diano Marina/ Assolto ex assessore
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Il tribunale di Imperia ha condannato a 7 mesi di reclusione un dipendente del Comune di Diano Marina, Riccardo Pizzorno, accusato di assenteismo nell'orario di lavoro. Dei dieci casi contestatigli, sono tre quelli per cui è stato ritenuto colpevole e risalgono al 7 e 11 dicembre 2012 e al 29 gennaio 2013.

L'uomo, in particolare, sarebbe stato sorpreso dagli investigatori a uno sportello bancomat, in un negozio di giardinaggio e in un supermercato, durante l'orario di lavoro.

La condanna è avvenuta, nell'ambito del processo per peculato e abuso d'ufficio che sempre oggi ha visto l'assoluzione dell'ex assessore di Diano Marina, Bruno Manitta, contro il quale il pm Alessandro Bogliolo aveva chiesto 2 anni e 6 mesi e di altre due operai comunali: Fabio Tallone (chiesto un anno) e Alberto Calcagno (chiesta l'assoluzione).

Lo stesso Pizzorno è stato assolto per i capi di imputazione relativi a questa seconda vicenda. Manitta era accusato di peculato per aver utilizzato materiale edile del Comune per sistemare il magazzino di sua proprietà, anche se la difesa ha cercato di dimostrare che la merce era stata regolarmente acquistata.

L'abuso d'ufficio derivava dall'aver compiuto lavori sugli spurghi della fogna a beneficio di privati, utilizzando la manodopera del Comune (gli operai a giudizio). Anche in questo caso la difesa ha cercato di dimostrare l'ex amministratore e gli operai hanno sempre agito nell'interesse pubblico e non a beneficio di privati.

Manitta era anche accusato di falso in atto pubblico, derubricato in falso in atto privato, per aver sistemato un falso cartello stradale di divieto di sosta, nei pressi del magazzino in ristrutturazione.

Il collegio difensivo era composto dagli avvocati: Maurizio Panero, Giovanni Trevia e Francesca Aschero

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