Bancarotta fraudolenta: chiesti 4 anni e 3 mesi per Giovanni Ingrasciotta

Il suo difensore, l'avvocato Giulio Bettazzi, ha invece chiesto l'assoluzione con formula piena, sostenendo che non si può parlare di bancarotta fraudolenta, in quanto non ci sarebbe stato alcun danno per i creditori della Coffee Time.

Bancarotta fraudolenta: chiesti 4 anni e 3 mesi per Giovanni Ingrasciotta
Pubblicato:
Aggiornato:

Si è chiusa, stamani, in tribunale a Imperia, con una richiesta di pena a 4 anni e 3 mesi di reclusione, la requisitoria del pubblico ministero Antonella Politi contro Giovanni Ingrasciotta, accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento della "Coffee Time", azienda che si occupava del noleggio di "vending machine", macchine per l'erogazione di snack, caffè e altre bevande.

Il suo difensore, l'avvocato Giulio Bettazzi, ha invece chiesto l'assoluzione con formula piena, sostenendo che non si può parlare di bancarotta fraudolenta, in quanto non ci sarebbe stato alcun danno per i creditori della Coffee Time.

Il legale ha, inoltre, aggiunto che il fallimento è da imputarsi alle conseguenze del sequestro della società, da parte della guardia di finanza, in seguito a indagini del febbraio 2009. L'accusa di bancarotta deriva dal fatto che Ingrasciotta, secondo il pm, avrebbe distratto denaro dalla società per acquistare beni di lusso personali, tipo costose auto.

Secondo la difesa, invece, quei beni sarebbero stati acquistati con il suo stipendio di amministratore, che ammontava a ventiquattromila euro al mese. Il prossimo 15 maggio le repliche e probabile sentenza.

Seguici sui nostri canali
Necrologie