Sentenza choc per la morte di Matteo Maragliotti: un medico assolto e due nei guai

Matteo Maragliotti: si è chiusa con l’assoluzione di un medico e la trasmissione degli atti alla Procura per altri 2 dottori, il processo

Sentenza choc per la morte di Matteo Maragliotti: un medico assolto e due nei guai
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Matteo Maragliotti

Si è chiusa con l’assoluzione di un medico e con la trasmissione degli atti alla Procura per altri due dottori, il processo per omicidio colposo riguardante la morte del ballerino imperiese, Matteo Maragliotti, stroncato nel gennaio del 2013 da una infezione cerebrale, all’ospedale Borea di Sanremo, mentre venne dimesso con una diagnosi di mononucleosi.

Assolto, perché il fatto non costituisce reato, il medico di famiglia Roberta Thomatis, nei cui confronti lo stesso pm Francesca Sussarellu aveva chiesto l’assoluzione. Il giudice, invece, ha ritenuto responsabili: il medico del pronto soccorso di Sanremo, Massimo Fichera (la cui posizione era stata archiviata in corso di indagine) e il neurochirurgo dell’ospedale Santa Corona di Pietra, Filippo Badaloni.

Il discorso del giudice

Nei loro confronti, il giudice, ha speso parole molto dure. “Il momento cruciale per la vittima - ha affermato, subito dopo la lettura del dispositivo nei confronti di Thomatis - è da inquadrarsi, tra il 13 e 14 gennaio 2013, quando la gestione del paziente era affidata al dottor Massimo Fichera. Quest’ultimo ha formulato un’ipotesi diagnostica non ancora suffragata da esami del sangue e si è disinteressato della sorte del paziente. Tale mera ipotesi ha verosimilmente fuorviato le valutazione dell’imputata, ridimensionandone notevolmente la colpa. E’ quindi ipotizzabile la responsabilità del dottor Fichera per la morte di Matteo Maragliotti, diversamente da quanto opinato sia dal consulente del pm che dal perito d’ufficio”. E poi. “Si aggiunga che verosimilmente che il dottor Fichera ha mentito in ordine ai dati informativi in suo possesso, al momento dell’accesso di Matteo al pronto soccorso, negando pervicacemente che fosse stata segnalata la cefalea che lo affiggeva”.

E ancora

“Alla luce della perizia d’ufficio risulta che un intervento chirurgico, benché non previsto da linee guida o prassi mediche, avrebbe cono ogni probabilità  evitato l’evento morte. Tuttavia, il neurochirurgo dell’ospedale di pietra ligure, dottor Filippo Badaloni, pur non avendo a disposizione tutti gli elementi indispensabili per una corretta valutazione del caso, imprudentemente e negligentemente  optava per il ricovero di matteo Maragliotti presso la struttura ospedaliera più distante dal centro neurochirurgico di Pietra Ligurie, cioè il reparto di Malattie Infettive di Sanremo e ometteva di tenersi costantemente informato circa i, progredire delle condizioni di salute del giovane. Infine non eseguiva per palesi imprudenza, negligenza ed imperizia, l’unico intervento che avrebbe potuto scongiurare l’evento morte”. Nell’affermate che sono emersi elementi a carico di Badaloni, il giudice ha poi aggiunto come la posizione di Fichera sia stata improvvidamente archiviata in corso di indagine.

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