L'attaccante Sanremese Lamin Jawo profugo in Italia con un barcone per inseguire un sogno

Ingaggiato dalla Sanremese il talentuoso gigante arrivato dal Gambia. Domani (martedì sera) la presentazione ufficiale. La sua storia

L'attaccante Sanremese Lamin Jawo  profugo in Italia con un barcone per inseguire un sogno
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Lamin Jawo dal Gambia all'Italia con un barcone per amore del calcio

Martedì alle 17,30 la presentazione nella sede della Sanremese di Lamin Jawo

Doppia presentazione ufficiale domani per  la Sanremese, che ufficializzerà alla stampa l'ingaggio del portiere Daniel Salvalaggio (già sceso in campo domenica contro il Montecatini) e del talentuoso attaccante 22enne del Gambia Lamin Jawo. Insieme a loro anche il mister Massimo Costantino.

Quella di Lamin, un particolare, è una di quelle storie quasi da libro cuore che il calcio alle volte sa regalare.  Attaccante classe '95, un gigante alto oltre un metro e 90, una forza della natura arrivata in Italia dal Gambia con un barcone.

Aveva solo 16 anni quando Lamin ha lasciato il suo paese

Prima di arrivare a Sanremo ci sono stati nel suo recente passato Vado, Finale, Siena, Carpi, oltre al Feralpi Salò. I suoi genitori non volevano che lui giocasse a calcio: "Secondo loro - racconta - solo lo studio ti può aiutare ad avere un lavoro che può permetterti di aiutare la famiglia. Ma io ho pensato che dovevo inseguire il mio sogno e che il Gambia non era è il posto giusto".

Quindi zaino in spallo e un lungo viaggio che l'ha portato in Senegal, Mali, Burkina Faso e Nigeria: due o tre mesi in ogni paese per capire che strada prendere, dove è meglio andare. Dalla Nigeria alla Libia, dove Lamin ha trascorso nove mesi: da qui con un barcone fino in Sicilia, a Siracusa.

A Cagliari, in un centro di accoglienza profughi, il direttore lo nota e lo porta a giocare al Villasor, in prima categoria. Tre goal in pochi minuti alla prima partita amichevole.  Il Savona mette gli occhi su di lui, poco dopo - risolte le formalità per il suo tesseramente (non aveva neppure un documento) nel 2014 sigla un contratto con il Vado, in Serie D.

La pubalgia e la vittoria del campionato con il Finale

Qualche problema fisico, la pubalgia, ritardano di qualche mese la sua esplosione. Il suo ex allenatore al Vado, Pietro Buttu, lo convince a seguirlo al Finale, in Eccellenza. Significa scendere i categoria, ma Lamin - pur sconsigliato dal suo entourage - segue il mister che stima e con il Finale vince il campionato. Poi arriverà l'occasione con il Carpi in serie B e ora il colpo della Sanremese che è riuscita a convincere il ragazzo ad accasarsi in biancoazzurro. Già un rinforzo di categoria in caso di promozione in serie C a fine campionato.

Oltre ai genitori, che devono essersi per forza fatti una ragione delle passioni dell'intraprendente ragazzone ("Ora mi chiamano tutti i giorni, vedono le mie foto mentre gioco, mi chiedono del calcio") Lamin ha anche una sorella e un fratello che gioca anch'egli a pallone nel ruolo di portiere.

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La consegna del Pallone d'oro del ponente 2 anni fa al Casinò

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