Vertice nazionale in Cgil. Sospesi i 25 lavoratori della Trony: "Così ci tengono in ostaggio"

Vertice nazionale in Cgil. Sospesi i 25 lavoratori della Trony: "Così ci tengono in ostaggio"
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I venticinque lavoratori del centro commerciale Trony di Camporosso e Pontedassio, in provincia di Imperia, sono sospesi da venerdì scorso - in seguito all'avvenuto fallimento della società Dps Group (che gestisce il marchio commerciale) - ma non essendo ancora licenziati, si trovano in una situazione di stallo in cui da una parte non conoscono il loro futuro, dall'altra non possono neppure accedere agli strumenti di legge legati all'interruzione del rapporto di lavoro.

Per questo motivo, stamani, i lavoratori imperiesi hanno partecipato, negli uffici della Cgil di Imperia, a una videoconferenza con il segretario nazionale della Filcams-Cgil, Alessio Di Labio che li ha aggiornati sulla vertenza. "Non siamo licenziati e non conosciamo il nostro futuro - spiega Giorgio Adamo della Trony di Pontedassio -. Siamo stati sospesi dal curatore fallimentare, perché non abbiamo più una reale proprietà. La nostra proprietà, infatti, è diventata il tribunale di Milano che gestirà il fallimento della società. Abbiamo avuto via WhatsApp, venerdì sera, un messaggio in cui ci veniva indicato di non accedere al punto vendita e che saremo stati contattati, in un secondo tempo". Prosegue Adamo: "Verso le 22, ci hanno inviato uno screenshot della mail ufficiale del tribunale, in cui si dichiarava che per l'articolo 72, e ci siamo informati noi per capire cosa fosse, non eravamo più di proprietà di Dps e Vertex". E ancora: "Ora siamo qui per chiedere di poter accedere alle nostre proprietà all'interno dei punti vendita".

La portavoce territoriale Filcams Cgil, Laura Ciccarelli, ha comunicato: "Cerchiamo di dare un'assistenza ai lavoratori, per garantire trasparenza sulle azioni future in tutela delle persone, ricordando che venerdì i lavoratori si sono ritrovati con le saracinesche abbassate e un messaggio che li avvertiva di una sospensione lavorativa, che non sarà neanche retribuita e non ci consente di accedere ad alcun ammortizzatore sociale".

Ciccarelli ha comunicato che giungere comunicazione ufficiale di licenziamento: "ma allo stato attuale non siamo ancora in condizioni di dare una risposta precisa, anche perchè il curatore fallimentare potrebbe decidere una comunicazione differente dalla cessazione del rapporto di lavoro".

I lavoratori avvertono che, ad oggi: "Abbiamo percepito parte dello stipendio, solo gennaio e grazie alle ingiunzioni della Filcams. Febbraio lo abbiamo in parte richiesto; mentre i primi quindici giorni di marzo, non sappiamo quando li vedremo. Il giorno 16 marzo, il personale è andato in negozio senza sapere che il 15 era avvenuto il fallimento ed ha lavorato gratis per la stessa società che il giorno dopo ci ha lasciato a casa".

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