"Non in mio nome": fiaccolata per Marco Vannini

L'iniziativa per le condanne a seguito dell'omicidio del 20enne Marco Vannini, morto a Ladispoli nel 2015

"Non in mio nome": fiaccolata per Marco Vannini
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"Non in mio nome": fiaccolata per Marco Vannini

Manca solo l'ok delle autoritá: dopodiché anche Sanremo parteciperà alla fiaccolata, organizzata anche in altre numerose città d'Italia, per manifestare contro le condanne pronunciate a seguito dell'omicidio di Marco Vannini, che, secondo molti italiani,  sarebbero eri palliativi commisurate alla gravità dei fatti. L'iniziativa è nata dai singoli sui social network, e l'adesione su Facebook per ora è massiccia, soprattutto sul gruppo "Sei di Sanremo se" che ha anche creato un evento dedicato sulla pagina FB.

La fiaccolata sanremese

L'appuntamento, previo consenso della Questura di Imperia, è gioved 17 maggio alle ore 20:45 in piazza Colombo, nella città dei fiori. I partecipanti dovranno munirsi di lume e di maglietta bianca che rechi scritto sul fronte "Non in mio nome" e sul retro "Giustizia per Marco Vannini". L'iniziativa è contemporanea e condivisa in numerose città dello Stivale.

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L'esempio: T-Shirt per la fiaccolata

Il percorso è stato studiato per evitare di creare intralci alla viabilità. Si parte alle 21:00 da Piazza Colombo; si percorrerà via Matteotti fino a via Verdi, poi i partecipanti informeranno la pista ciclabile dall'ex stazione alla volta di Portosole e del Sud-Est.

I fatti e le condanne

Una condanna a 14 anni per omicidio volontario, tre condanne a tre anni per omicidio colposo e una assoluzione. Si è chiuso così il processo di primo grado per l’omicidio di Marco Vannini morto il 18 maggio del 2015 a Ladispoli, vicino a Roma, nella casa della fidanzata dopo essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco. La condanna più pesante per il padre della fidanzata, Antonio Ciontoli, tre anni invece per la moglie Maria Pezzillo e per i figli Martina e Federico. Assolta la fidanzata di Federico Ciontoli. Il ragazzo, secondo la ricostruzione dell’accusa, morì dopo 3 ore di agonia a causa di un colpo di pistola sparato nella casa della fidanzata al termine di una cena di famiglia. Per 20 minuti nessuno chiamò i soccorsi, in seguito due telefonate al 118 in nessuna delle quali si fa riferimento allo sparo. A premere il grilletto, il padre Antonio, secondo quando ricostruito dagli inquirenti, il quadro presenta la famiglia Ciontoli impegnata a difendersi l'un l'altro a qualunque costo.

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