Le pagelle scolastiche del grande scrittore Francesco Biamonti ragioniere del Colombo di Sanremo

I risultati delle ricerche degli studenti dell'istituto sanremese sul passato scolastico del grande ex allievo della scuola

Le pagelle scolastiche del grande scrittore Francesco Biamonti ragioniere del Colombo di Sanremo
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La ricerca degli allievi dell'istituto sanremese frequentato negli anni '40 dal grande scrittore

Come Calvino fu per il Cassini, Biamonti è stato per il Colombo

E’ noto che tra le due scuole più “antiche” della città di Sanremo, il Liceo “Cassini” e l’Istituto “Colombo”, c’è sempre stata una cordiale e amichevole rivalità. Le due scuole infatti hanno diplomato negli anni migliaia di concittadini che hanno contribuito non poco alla crescita economica e culturale della provincia: molti di questi sono poi divenuti apprezzati professionisti, politici locali e… letterati.

Se il “Cassini” può annoverare tra i suoi più prestigiosi studenti lo scrittore Italo Calvino, il “Colombo” non è da meno: lo scrittore Francesco Biamonti è stato infatti suo studente nei primi anni quaranta del secolo scorso e qui si è diplomato ragioniere.

Le ricerche dei ragazzi dell'Ufficio Stampa del Colombo

I ragazzi dell’Ufficio Stampa Colombo hanno nei giorni scorsi  fatto delle ricerche approfondite negli archivi della scuola, dove si trovano interessanti documenti (i più vecchi dei primi anni del novecento) e hanno trovato… le pagelle di Francesco Biamonti!

"Non diremo certo i suoi voti nelle varie materie (tra le quali incuriosiscono la presenza della materia “cultura militare” per i ragazzi e “puericoltura” per le ragazze) - dicono gli autori della ricerca - ma possiamo dire che il noto scrittore evidenziava già allora una particolare attitudine nelle discipline umanistiche (alti i voti in italiano e storia), mentre incontrava qualche difficoltà in matematica ed educazione fisica".

Dopo essersi diplomato ragioniere al “Colombo” di Sanremo, prima di dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di critico e di narratore, si è mosso, con sagacia e competenza da bibliotecario, tra i manoscritti e gli incunaboli dell’Aprosiana di Ventimiglia, diventando ben presto un punto di riferimento obbligato per tutti coloro che frequentavano la biblioteca e soprattutto per i giovani laureandi, ai quali non lesinava i suoi preziosi consigli.

C’è da dire che ha frequentato la scuola proprio negli anni della seconda guerra mondiale, con tutte le complessità che si possono immaginare. Ma chi è stato Francesco Biamonti, l’autore, tra le altre, di due opere letterarie memorabili: i romanzi “L’angelo di Avrigue” e “Vento largo”, tra i romanzi italiani più importanti del dopoguerra?

I natali a San Biagio della cima in una casa-fienile

"Francesco Biamonti è nato a S. Biagio della Cima il 3 marzo del 1928 e là, nell’entroterra di Vallecrosia, ha vissuto quasi sempre, in una casa che in passato era stata un fienile, e che egli ha trasformato nel corso degli anni in una vera e propria “officina”, dove ha svolto il suo “mestiere di scrittore” senza orari e ritmi di lavoro prestabiliti, ma con passione non comune e straordinaria efficacia creativa, sottraendosi agli sguardi indiscreti della gente e concedendosi solo a pochi e fidati amici".

Le finestre di questa "casa-laboratorio" si aprono sulla campagna, dove, secondo una “leggenda” fiorita intorno al personaggio, Biamonti avrebbe coltivato le mimose. Si è parlato, infatti, di lui come di un poeta contadino, scomodando, a tal proposito, Pascoli e addirittura Virgilio; Biamonti, invece, pur avendo una conoscenza minuta, approfondita e appassionata di ogni pianta, di ogni fiore e di ogni foglia, più da botanico che da contadino, non amava le mimose o almeno non le amava più da tempo: “Il loro giallo è fatuo, ignaro delle tenebre del mistero, la cifra dei fiori europei” disse una volta, sottolineando, in questo modo, la loro effimera esistenza e, comunque, elegante e raffinato qual era, non disdegnava i ritmi e i richiami della città, dove trascorreva tutte le notti.

Frequentava, infatti, i caffè e i locali della Riviera meno affollati, dove raccoglieva storie di varia umanità, contrassegnate dalla paura, dall’indolenza, da un'indefinibile angoscia: brandelli di vita vissuta che poi ricuciva nei suoi romanzi.
Il suo amore giovanile per la pittura, la sua non comune sensibilità, la conoscenza approfondita delle cose dell'arte, e soprattutto l'attenzione meticolosa per il paesaggio e il trascolorare della luce in uno scenario prevalentemente roccioso, impervio, sospeso tra l'orizzontalità del mare e l'immensità del cielo, costituiscono il viatico e le coordinate del suo itinerario umano ed artistico.

Le sue prime opere letterarie sono state elogiate e presentate ai lettori proprio da Italo Calvino, pubblicate dalla casa editrice Einaudi, e tradotte in molte lingue.

Schivo e silenzioso, ma sempre gentile e disponibile, recava sul viso, solcato appena da qualche ruga ed illuminato da due occhi azzurri, profondi come il mare, i segni di un’intensa, sofferta vita interiore. Si muoveva lentamente, misurando i passi, con circospezione più che con diffidenza.

Si è spento il 17 Ottobre del 2001. Nell’abitazione che fu dello scrittore, sita a San Biagio della Cima (IM) in Via Provinciale 37 ha sede ora il Centro “Francesco Biamonti”, centro di documentazione, archivio e casa museo.

“Siamo stati sorpresi ed entusiasti di questa scoperta nei nostri archivi – dichiara il prof. Dario Daniele, responsabile dell’Ufficio Stampa Colombo – e i ragazzi hanno avuto l’occasione di toccare con mano una pagina di storia e letteratura italiana, ma hanno anche percepito il fascino, un po’ inquietante a dire il vero, del trascorrere inesorabile del tempo. Vedere tanti nomi e situazioni di studenti come loro, ma che hanno frequentato la stessa scuola un secolo fa, impressiona. In ogni caso abbiamo raccolto altri interessanti documenti, tra cui gli annali del Ministero della Pubblica Istruzione dei primi anni del novecento, che analizzeremo nelle prossime settimane: promettiamo nuove interessanti rivelazioni…”

 

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